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ALBERTO BERARDI, Vincenzo Manzini. Del metodo giuridico, Collana L’IRCOCERVO, ESI Napoli 2003
  Capitolo primo – Per una introduzione: della tradizione delle scuole
penalistiche 1.1. Premessa: la classificazione delle Scuole 1.2. La Scuola Classica: libertà del volere ed imputazione morale 1.2.1. Il contesto culturale di riferimento 1.2.2. Il presupposto ipotetico della libertà del volere 1.2.3. La dogmatica della Scuola Classica: presupposti oggettivi e
soggettivi della rilevanza penale 1.2.4. Il problema della pena 1.2.5. I riflessi di diritto positivo: il Codice Penale Zanardelli del 1913 1.3. La Scuola Positiva: eterodeterminismo e responsabilità sociale 1.3.1. Il contesto culturale di riferimento 1.3.2. Il presupposto ipotetico del determinismo 1.3.3. La dogmatica della Scuola Positiva: presupposti oggettivi e soggettivi della rilevanza penale 1.3.4. Il problema della pena 1.3.5. I riflessi di diritto positivo: il progetto di Codice Penale Ferri del 1921 1.4. Il Diritto processuale delle Scuole
1.4.1. Indifferenza della Scuola Positiva ai temi processuali 1.4.2. Il Codice di Procedura Penale Zanardelli e la Scuola Classica 1.4.3. L’eredità delle Scuole: i modelli processuali contemporanei 1.5. Conclusione: la "Terza Scuola": Vincenzo Manzini rompe il dualismo "Scuola Classica – Scuola Positiva" Capitolo secondo – Manzini e l’inadeguatezza della classificazione tradizionale 2.1. Premessa: agli albori del metodo tecnico giuridico: il rifiuto delle Scuole 2.2. Verso il metodo tecnico giuridico: le critiche alla Scuola Positiva e le distanze dalla Scuola Classica 2.2.1. La confusione del giusto con l’utile e l’eccesso di materialismo
2.2.2. La deriva metafisica e l’eccesso di spiritualismo 2.3. Tra Scuola Classica e Scuola Positiva, il fondamento della concezione tecnico giuridica: la giustizia
2.4. La concezione tecnico giuridica del diritto penale 2.4.1. La definizione di società ed i rapporti con lo Stato 2.4.2. La funzione del diritto penale 2.4.3. La giustificazione del diritto penale 2.4.4. La funzione della pena 2.4.5. Per un limite al prevenzionismo: i diritti di libertà 2.4.6. Il rapporto tra morale e diritto penale 2.5. Conclusione: Il tema del rapporto persona – società – Stato Capitolo terzo – Del rapporto giuridico 3.1. Premessa: la centralità del rapporto giuridico nel pensiero di Manzini 3.2. Del rapporto giuridico penale 3.2.1. Il rapporto ipotetico 3.2.2. Il rapporto concreto 3.3. Del rapporto giuridico processuale 3.3.1. L’esercizio della potestà statale 3.3.2. Il soggetto passivo del rapporto: la collaborazione intelligente
3.4. Del rapporto punitivo 3.4.1. L’esercizio della potestà statale 3.4.2. Il soggetto passivo del rapporto: le esigenze di garanzia 3.5. I diritti individuali sulla potestà pubblica e il diritto di difesa 3.5.1. Nel rapporto giuridico processuale 3.5.2. Nel rapporto punitivo 3.6. Dello sviluppo del rapporto giuridico nel processo penale 3.6.1. Timori iniziali 3.6.2. I soggetti 3.6.3. La parte 3.6.4. L’imputato 3.7. Giovanni Leone: distanze e contiguità
3.8. Francesco Carnelutti: distanze e contiguità 3.9. Conclusione: la de-soggettivizzazione del rapporto giuridico Capitolo quarto – Il rapporto giuridico nell’esperienza dell’ordinamento 4.1. Premessa: ancòra sulla desoggettivizzazione del rapporto giuridico 4.2. Francesco Bernardino Cicala: la centralità della norma e la negazione della dimensione intersoggettiva del rapporto 4.3. Hans Kelsen: la dottrina pura del diritto e la negazione della
dimensione intersoggettiva del rapporto 4.4. Gli itinerari kelseniani di Vincenzo Manzini 4.4.1. Il debito teoretico nei confronti del formalismo 4.4.2. …e il riconoscimento della soggettività dell’imputato 4.5. Conclusione: una contraddizione. Capitolo quinto – Per una conclusione: della tradizione del metodo tecnico giuridico 5.1. Premessa: la centralità del problema del metodo
5.2. Il formalismo giuridico come èsito del metodo 5.3. …e l’anti-filosofia del tecnicismo giuridico 5.4. Manzini giurista anti-totalitario? 5.4.1. Nella legislazione fascista 5.4.2. Il ritorno nelle legislazioni contemporanee
5.4.3. Un compagno di viaggio

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