Citazione a mente degli uomini d’intelletto che, al servizio del potere di turno oggi come ieri, rischiano di smarrire proprio l’intelletto, per scelta.
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(M. Ricci, Dell’amicizia [1595], a cura di F. Mignini, Quodlibet, Macerata 2005, p. 95)
Un antico re dell’Occidente aveva fatto amicizia con un letterato e lo teneva magnificamente nella capitale, ritenendolo dotto e saggio. I giorni passavano, senza che il re vedesse farsi dei rimproveri. Allora lo licenziò, dicendo: “Sono uomo e non posso essere senza difetti. Se tu non li vedi, non sei un letterato intelligente; se tu li vedi e non mi correggi, non sei un amico retto”. Questo antico re agì in tal modo perché non era stato rimproverato dei suoi difetti. Che dire di coloro che, in questi tempi, coprono e abbelliscono i loro difetti?