IN MEMORIAM *
FRANCESCO GENTILE
di Alberto Berardi
Università degli Studi di Padova

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“Mi è parso come di intravedere nell’ordinamento giuridico delle relazioni intersoggettive, allo stesso modo peraltro dell’ordinamento economico degli interessi e all’ordinamento politico delle dignità, un momento del processo di purificazione personale a cui l’uomo, è chiamato perla sua natura intessuta di essere animale e divino, naturale e sovrannaturale. Ma non sono per ora in grado di aggiungere altro”.
Vogliamo dar stura al ricordo del nostro straordinario Maestro a partire da queste sue parole, tratte dalla sua ultima lezione tenuta il 21 maggio 2008 a conclusione del suo corso di filosofia del diritto. Queste parole, siccome tante altre del resto, trascrivono la cifra teorica della passione scatenata, dell’entusiasmo smodato che, per come lo abbiamo potuto conoscere noi, premiati dalla sorte nell’essere suoi allievi, il Prof. Gentile ha sempre profuso, con le energie di un combattente che non si risparmia e l’amore di un padre che sempre si prodiga, all’indirizzo della ricerca scientifica, sempre mossa con identica passione tanto nel gusto del protendersi spiritualmente all’indirizzo del fondamento metafisco delle relazione giuridica, quanto nell’entusiasmo del calarsi, fisicamente, con la postura di un lottatore, nel fango dell’esperienza giuridica interrotta dalla lite.
Sappiamo che non è vero, ma a noi piace pensare che quest’ultimo, quello dell’esperienza giuridica e della conversione dei conflitti, era il terreno della ricerca che lo entusiasmava di più. La nostra piccola scuola di preparazione agli esami di stato per l’abilitazione alla professione di avvocato, che porta un’esperienza oramai ultradecennale, è stata dal nostro Maestro pensata, voluta, giudata, fatta crescere, consolidata e fatta oggetto di mai celato orgoglio.
Gli dobbiamo molto, gli dobbiamo tutto e vogliamo che questa nostra professione di confortante riconoscenza sia per tutti testimonianza della nostra fortuna.
L’uomo nell’esperienza giuridica si purifica per sua natura; questo è il lascito intellettuale del nostro Maestro, portato della di lui determinazione alla passione benevola per i limiti dell’umanità, mercé la fiducia piena e rassicurante nella divinità.
Il nostro Maestro, come ricordato, conclude il riferimento iniziale che abbiamo citato, affermando di non essere in grado di aggiungere altro. Non ci crediamo ora, come non ci abbiamo mai creduto. Perché ci piace pensare che questa opzione per il non aggiungere altro, altro non sia che un invito, un monito, uno sprone, fors’anche un precetto al nostro indirizzo, che, ribadendo la nostra suggestione metaforica della navigazione che egli amava molto, potrebbe suonare così; procedete voi, procedete pure, mettete la vostra libertà e la vostra responsabilità di giuristi al servizio del bene, e nel perseguire il vostro personale percorso di purificazione spirituale che si compie partecipando del ripristino dell’ordine nelle relazioni intersoggettive interrotte dalle liti, andate avanti voi, seguendo con fedele entusiasmo la rotta cartografica che io ho così ben tracciato. Ci guidi dall’alto Professore, e senz’altro procederemo.

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* Discorso tenuto presso il “Cortile Antico” del Palazzo del Bo dell’Università degli Studi di Padova in occasione della cerimonia dell’alza-bara in onore del Prof. Francesco Gentile il 27 novembre 2009.