Premessa
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Questo numero de L’Ircocervo viene dedicato a Il pensiero metagiuridico di Francesco Carnelutti, uno dei grandi maestri del Novecento. Un omaggio che sottintende anche un ricordo del mio maestro Francesco Gentile, fondatore di questa Rivista. Fu lui, nelle strette vie della Perugia degli anni Settanta, a suggerirmi di leggere le Opere carneluttiane e, in particolare, quelle c.d. “clandestine”. Per chi scrive, prima di allora, il nome Carnelutti era stato poco più di un appellativo, che si era soliti assegnare o ad un grande avvocato o, per ironia, a colui che s’illudeva di esserlo.
In seguito, decenni dopo, venni chiamato a tenere il Corso di Filosofia del diritto presso la Libera Università Mediterranea di Bari-Casamassima, ove conobbi Tracuzzi – con il quale questo numero è stato curato – che, durante il suo dottorato patavino, era rimasto affascinato da alcuni scritti del maestro friulano. Dalle nostre conversazioni nacque così l’idea di ri-pubblicare uno dei suoi volumetti meno conosciuti, nella Collana La testa di Gorgone da me diretta per i tipi della Cedam: Il canto del grillo (1955).
L’adesione a questo numero monografico di autorevoli studiosi e la partecipazione anche di tanti giovani ricercatori, conferma l’innegabile vitalità del pensiero carneluttiano.
Vorrei esprimere il mio sentito ringraziamento a tutti gli Autori che con la loro opera hanno impreziosito questo piccolo scrigno, che ambisce essere non tanto l’apologia di un grande Autore, quanto uno strumento di dialogo e confronto per un mondo del diritto sempre più plurale.