La laicità nell’esperienza politico-giuridica
di Francesco Gentile

“Dio ha nel mondo tanto potere, quanto ne hanno la verità e l’amore” ma questa frase può anche essere rovesciata : “la verità è l’amore sono identici al potere di Dio, poiché Egli non solo ha verità e amore, ma lo è. Verità e amore sono dunque la vera e definitiva potenza nel mondo”64. Laicamente.

“Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17, 14- 19).

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1 M. BERTOLISSI e U. VINCENTI, Laicità e diritto in AA.VV. (a cura di G. Boniolo), Laicità. Una geografia delle nostre radici, Torino 2006, pp. 92-93.

2 Da Die Gleichheit vor dem Gesetz in Sinne des Art. 109 der Reichsverfassung in Veröffentlichung der Vereinigung der Deutschen Staatsrechtslehrer, de Gruyter, Berlin-Leipzig 1927, III, p. 55; tr. it. in A. CARRINO, L’ordine delle norme. Politica e diritto in Hans Kelsen, ESI, Napoli 1990, pp. 33- 34. Un interessante antecedente potrebbe trovarsi già nella relazione al Titolo preliminare del Code Civil, presentata da J.S.M. Portalis, nella seduta del Corps Législatif, il 4 del mese ventoso dell’anno XI della Rivoluzione francese (23 febbraio 1803), dove si legge: “Il potere legislativo è onnipotenza umana. La legge stabilisce, cambia, modifica, perfeziona; distrugge ciò che è, crea ciò che non è ancora. La mente di un grande legislatore è una specie di Olimpo donde promanano le grandi idee, le felici concezioni che provvedono alle fortune degli uomini e al destino degli stati”!

3 M. BERTOLISSI e U. VINCENTI, Laicità e diritto, cit., p. 94.

4 Un interessante per complessità, per completezza sarebbe impossibile, tentativo di sintesi critica si può trovare nel saggio di Giuseppe Goisis, Laicità: un punto di vista storico e filosofico, nel volume AA.VV., Laicità possibili. Fondamenti e prospettive, Nuovadimensione ed., Portogruaro 2007, pp. 97 ss.

5 Cfr. G. DALLA TORRE, Laicità dello Stato. A proposito di una nozione giuridicamente inutile, in “Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto”, LXVIII (1991), pp. 274 ss. Del medesimo autore si veda altresì Il primato della coscienza. Libertà e laicità nell’esperienza giuridica contemporanea, Studium ed., Roma 1992.

6 Traggo la citazione da O. MARSON, La laicità e le laicità: i termini, le posizioni e gli interrogativi di un dibattito aperto, in AA.VV., Laicità possibili, cit., ppp. 29-30. Il contesto in cui Sturzo nota questo è dato dal processo di sacralizzazione della politica nell’Italia fascista; in tema si veda di E. GENTILE, Le religioni della politica. Fra democrazie e totalitarismi, Laterza ed., Roma- Bari, 2001 e Il culto del littorio. La sacralizzazione della politica nell’Italia fascista, Laterza ed., Roma-Bari, 2005.

7 Cfr. ad esempio la Lettera di Giovanni Paolo II a mons. J. Pierre Ricard, presidente della Conferenza episcopale di Francia, e a tutti i vescovi francesi del 11 febbraio 2005.

8 L’opera di Varrone sarà oggetto di discussione appassionata da parte di Tertulliano nel Ad nationes II, 1-8 e di Agostino, che lo ricorda come “doctissimus Romanorum”, nel De Civitate Dei, VI, 5 ss.

9 Cfr. Th. HOBBES, A Dialogue beteween a Philosopher and a Student of the Common Law of England (1966), tr. it. A cura di N. Bobbio, Utet, Torino 1948, pp. 430.

10 J.J.ROUSSEAU, Du contrat social, Ed. de la Pléiade, vol. III, p. 468. Sul tema potrebbe essere utile vedere R.DERATHÉ, La religion civile selon Rousseau, in AA.VV., Annales de la societé Jean-Jacques Rousseau, t. XXXV (1959-1962), Jullien éd., Genève, p. 170.

11 Ibid. Con argomenti particolarmente stringenti è stato dimostrato come “la professione di fede rousseauiana nei sentimenti di socievolezza coincida con l’idea della ‘benevolenza effettiva’ propugnata dal positivismo” di Roberto Ardigò per il quale alla sovranità politica spetterebbe di svolgere quell’azione religiosa che trasforma un coacervo violento e disordinato in una organizzazione vitale, fondata sul consenso libero e volontario (cfr. A.L.GENTILE, La religione civile. Del positivismo di Roberto Ardigò, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1988). Inequivocabile la citazione dal volume Sociologia del positivista italiano: “Più procede la formazione organica dello Stato e più si estende e arriva in tutte le parti e nell’intimo di esse la virtù direttiva e moralmente perfezionatrice della Sovranità politica. In modo che, dove prima le parti erano agglomerate e coacervate e tenute in fascio violentemente, a poco a poco vanno organizzandosi vitalmente insieme e finiscono coll’aderire l’una con l’altra, e tutte nel tutto, volontariamente e per libero consentimento. Come, per esempio, le molecole di certe sostanze, che fanno sentire la loro affinità e aderiscono a formare un cristallo solo in seguito ad una compressione che le ravvicinò meccanicamente. Il quale processo però va di pari passo con quest’altro; che le parti stesse subordinate, di mano in mano che si orientano nella armonia politica dello Stato diventano partecipi e collaboratrici della sua vita, reagiscono al Potere sovraincombente, rintuzzando la prepotenza che vi fosse e riducendolo ad una forza giusta e morale; ad una forza, in una parola, diretta al Bene di tutti” (Opere filosofiche, Draghi ed., Padova, 1886, v. IV, p. 246). Citazione tratta da A.L.GENTILE, La religione civile, cit., pp 132-133.

12 Cfr. M. SORDI, La conversione di Costantino, in AA.VV., Costantino il grande. La civiltà antica al bivio tra Occidente e Oriente, Silvana ed., Cinisello Balsamo (Milano), 2005, pp. 37 ss.

13 Op. cit., p. 41; si veda altresì di M. SORDI, Il Cristianesimo a Roma, Bologna, 1965.

14 Di Eusebio è la Vita Constantini di cui ci veda l’edizione di L. Tartaglia, Napoli, 2001 e, per le acute osservazioni L. DE GIOVANNI, L’imperatore Costantino e il mondo pagano, Napoli, 2003, con ampia bibliografia.

15 M. SORDI, La conversione di Costantino, cit., pp. 40-41.

16 Panegirico XII(IX) citato da Marta Sordi nell’edizione di R.A.B. Mynors dell’Oxoniensis, indicato come IX, 12 nella recente edizione dell’UTET, Torino, 200, a cura di D. Lassandro e G. Micunco.

17 Nel cosiddetto editto di Milano, nella forma tramandata da Lattanzio (De mortibus persecutorum, XLVIII), è riprodotto il rescritto pubblicato da Licinio a Nicomedia il 14 giugno del 313 e, nella forma tramandata da Eusebio (Historia ecclesiastica, IX, 5), lo stesso testo pubblicato sempre da Licinio poco dopo in Palestina. Cfr. M. SORDI, Il cristianesimo a Roma, cit., pp. 382 ss.

18 Un esempio assai prossimo alle vicende di cui trattiamo si trova nell’editto di Serica, “pateticamente sincero e pateticamente contraddittorio” dice Marta Sordi (La conversione di Costantino, cit., p. 42), del 311 in cui Galerio, augusto d’oriente, ammette il fallimento dell’ultima grande persecuzione e, riconoscendo d’aver offeso il loro dio, concede ai cristiani la più ampia libertà di culto e addirittura li invita a pregare per lui. Così come poco dopo, nel maggio del 313, Massimino, augusto d’oriente, per acquistare in extremis l’appoggio di Costantino contro Licinio, emana un editto con cui concede ai cristiania piena libertà di culto e la restituzione dei beni ecclesiastici (Eusepio, Historia ecclesiastica, IX, 10, 7), attribuendo vilmente ai suoi subordinati la colpa della persecuzione (Lattanzio, De mortibus persecutorum, XLIX, 6). Cfr. in proposito il mio A proposito dell’ideologia delle Chiesa-Stato e di quella dello Stato-Chiesa. Suggestioni dalla storia delle dottrine politiche di Paola Maria Arcari, in AA.VV., Paola Maria Arcari. Ritratto a più voci a cura di M. Corona Corrias, Centro Editoriale Toscano, Firenze, 2007, pp. 77 ss.

19 M. SORDI, La conversione di Costantino, cit., p. 40.

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