Esiste un’unica soluzione giusta anche per i casi difficili?
Relazione presentata al Convegno “Dialéctica, tradición y derecho” Buenos Aires, 5-7 maggio 2003
di Elvio Ancona

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[1] Si deve soprattutto al Dworkin di Taking Rights Seriously (Cambridge 1977) l’introduzione di questa terminologia nel dibattito contemporaneo. Per un’approfondimento, cfr. R. Guastini, Dalle fonti alle norme, Torino 1990, pp. 132 s. e U. Pagallo, Testi e contesti dell’ordinamento giuridico. Sei studi di teoria generale del diritto, 3. ed., Padova 2001, pp. 150 ss.

[2] Ivi, p. 150.

[3] F.A. Lamas, Tradición, tradiciones y tradizionalismos, in Tradição, Revolução e Pòs-Modernidade, Campinas 2001, p. 24.

[4] Cfr. F. Gentile, Intelligenza politica e ragion di stato, Milano 1984, pp. 180-1.

[5] Cfr. A. Giuliani, La controversia, Padova 1969, p. 37.

[6] A. McIntyre, Whose Justice? Which Rationality?, Notre Dame 1988; trad it. di C. Calabi, Giustizia e razionalità, I, Milano 1995, pp. 252 ss. La posizione di Alasdair McIntyre è sicuramente una delle più controverse nel panorama del tomismo contemporaneo. A noi però in questa sede non interessa entrare nel merito della sua interpretazione del pensiero dell’Aquinate. La citazione del suo passo ha un significato meramente storico-documentario.

[7] Si veda per tutti M.D. Chenu, Introduction a l’étude de Saint Thomas d’Aquin, Montréal-Paris 1954, p. 78.

[8] Ivi, pp. 78-9.

[9] Cfr. Topici, I, 4, 101 b 27 ss.

[10] Cfr. Anal. Post., II, 2, 89 b 36 ss.

[11] Cfr. S. Theol., I, q. 1, a. 8.

[12] Cfr. Chenu, Introduction, op. cit., p. 80.

[13] Cfr., ad esempio, J.Vallet de Goytisolo, Perfiles jurídicos del derecho natural en Santo Tomás de Aquino, in Estudios jurídicos en homenaje al profesor Federico de Castro, II, Madrid 1976, pp. 703-804.

[14] Il valore epistemico della probabilitas tomistica è ben descritto dal seguente passo del Commento ai Secondi Analitici di Aristotele (I, 5-6): “Per huiusmodi enim processus [il processus rationis] quandoque quidem, etsi non fiat scientia, fit tamen fides vel opinio propter probabilitatem propositionum ex quibus proceditur, quia ratio totaliter declinat in unam partem contradictionis, licet cum formidine alterius; et ad hoc ordinatur topica sive dialectica, nam syllogismus dialecticus ex probabilibus est”. La probabilità delle conclusioni dipende quindi dalla probabilità delle premesse, come si verifica sovente nella quaestio, dove i principi della determinatio sono sempre comuni, ma non sempre appaiono necessari. Naturalmente questo non preclude che anche nella quaestio si possa pervenire, e spesso si pervenga, a conclusioni necessarie, laddove i principi su cui esse si basano, attinti nella via inventionis, risultino a loro volta necessari.

[15] Ci si può chiedere – e devo alla discussione col prof. Lamas l’opportunità di questa precisazione – se l’adozione del metodo disputativo non comporti l’inclusione della scienza teologica nel novero dei saperi probabili. Come osserva oppurtunamente il Deman, “la théologie non est point dèporvue d’arguments nécessaires, et que lui fornissent l’Ecriture avec les documents de la révélation. Mais elle use aussi d’arguments probables, le uns propres, et ce sont les autorités des docteurs ecclésiastiques, les autres extrinsèques, et ce sont les autorités des philosophes, avec toutes les considérations que des philosophes peuvent faire valoir. En cette science de la révélation les raisons humaines jamais ne dépasseront le probable. Les mystères de la foi ne tombent pas sous la nécessité de nos démontrations” (T. Deman, Probabilis, in «Revue des Sciences Philosophiques et Théologiques», 1933, pp. 279-280). Tommaso stesso, del resto, descriveva così il metodo che avrebbe adottato nella trattazione delle verità divine: “primum nitemur ad manifestationem illius veritatis quam fides profitetur et ratio investigat, inducentes rationes dimostrativas et probabiles, quarum quasdam ex libris philosophorum et Sanctorum collegimus, per quas veritas confirmetur et adversarius convincatur. Deinde, ut a manifestioribus ad minus manifesta fiat processus, ad illius veritatis manifestationem procedemus quae rationem excedit, solventes rationes adversariorum et rationibus probabilibus et auctoritatibus, quantum Deus dederit, veritatem fidei declarantes” (Summa contra gentiles, I, 9). Si deve allora concludere che, conformemente alla struttura della quaestio, la scienza teologica si sviluppi sia mediante argomenti necessari, sia mediante argomenti probabili, sebbene questi ultimi siano evidentemente preponderanti.

[16] P.W. Rosemann, «Secundum aliquid utrumque verum est»: “media via” et méthode scolastique chez S. Thomas d’Aquin, Appendice a Histoire et actualité de la méthode scolastique selon M. Grabmann, in Actualité de la pensée médiévale. Recueil d’articles éd. par J. Follon e J. Mcevoy, Louvain-Paris 1994, p. 117.

[17] Cfr. In III Metaph., I, 342.

[18] F. Gentile, Ordinamento giuridico tra virtualità e realtà, Padova 2001, p. 50.

[19] D. 1, 1, 10.

[20] Cfr. A. Cattani, Botta e risposta. L’arte della replica, Bologna 2001, p. 142.

[21] Lamas, Tradición, tradiciones y tradizionalismos, op. cit., p. 45 .

[22] Quodlib. IV, q. 9, a. 3.

[23] Cfr. R. Quinto, Sholastica. Storia di un concetto, Padova 2001, pp. 72-3.

[24] S. Theol., II-II, 1, 5, ad 2.

[25] Inf. XXVII, 120.

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