Citazione a mente di chi indica la giustizia nell’eguaglianza e l’eguaglianza come elemento universale
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(W. Cesarini Sforza, Il problema della giustizia, già in “Rivista Internazionale di
Filosofia del Diritto”, 1961, fasc. 1 e ora in ID., Vecchie e nuove pagine di Filosofia, Storia e Diritto. I. Filosofia e teoria generale, Giuffrè, Milano 1967, p. 173)
Se bene si riflette, è impossibile concepire una eguaglianza senza fare riferimento a
una classe nel senso sopra definito, perché è dentro la classa, che singoli soggetti
sono eguali: s’intende eguali come membri di quella classe. Gli stessi individui
potranno essere contemporaneamente eguali tra loro anche dentro classi diverse, ma
ogni sistema d’eguaglianza rimane per così autonomo, ossia stabilito ed espresso da
una norma propria. Donde deriva che più sistemi di eguaglianza sono
contemporaneamente possibili senza che si possono confondere o sostituire l’uno
con l’altro. Se due o più sistemi di eguaglianza fossero eguali in tutto o in parte,
quelle due o più classi rientrerebbero, in tutto o in parte, in un’altra più vasta classe.
L’idea dell’eguaglianza è tanto emanazione del concetto di classe (e viceversa) che è
perfino concepibile una classe di tutti gli individui eguali, distinta dalla classe di tutti
gli individui diseguali cioè eguali nell’essere diseguali.