Citazione a mente di chi legge come sacra l’opera che l’autore considera aporetica
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(P. Calamandrei, La Costituzione della Repubblica nei lavori preparatori
dell’Assemblea Costituente, vol. I, Roma 1976)
Indubbiamente, nel progetto di Costituzione (…) vi è però la parte negativa (…) ed
è questa la parte che, secondo me, pecca di genericità, di oscurità, di sottintesi.
Molte volte si sente che si è cercato di girare le difficoltà, anziché affrontarle, di
mascherare il vuoto con frasi messe per figura. (…)
Mi immagino, a proposito degli articoli 38 e 41, un dialogo fra un conservatore e un
progressista: l’uno e l’altro vi troverà argomenti per sostenere che la Costituzione dà
ragione alui. Il conservatore dirà: “Vedi, la proprietà privata è riconosciuta e
garantita”. Il progressista risponderà: “Sì, ma i beni possono appartenere allo Stato o
ad enti pubblici”.
Il conservatore, o liberale che sia. Dirà: “L’iniziativa economica privata è libera”. Il
progressista risponderà: “Si, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o
in modo da recar danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
E così vi è tutta una quantità di articoli che figurano di andar d’accordo, ma che in
realtà si elidono; sicchè sarebbe stato meglio non scriverli.