Citazione a mente di chi desidera riconoscere alla singola persona la facoltà di scegliere, in casa come in piazza.
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(da GIUSEPPE TONIOLO, Precisazioni sul referendum popolare, in AA.VV., Atti e documenti del II Congresso cattolico italiano degli studiosi di scienze sociali, Padova 1897, pp. 272-273).
Non si tratta di entrare per il rotto della cuffia, sit venia verbo, nella politica militante, nemmeno di accettare implicitamente i principi informativi della scienza politicoamministrativa moderna, che tante obiezioni incontra davanti allo studioso cattolico, bensì piuttosto di condannare per incidenza i canoni fondamentali di essa. Perocchè il ricorso alle popolazioni sotto forma di referendum (anche nella sue applicazioni amministrative locali, cui noi ci restringiamo) è una specie di protesta contro l’attuale sistema di rappresentanza, il quale, poggiando falsamente sopra le maggioranze numeriche di una popolazione atomizzata e perciò stesso facilmente travolta nelle elezioni da pochi più influenti o prepotenti, riesce a costituire delle assemblee le quali raramente interpretano i veri pensieri e sentimenti della intera popolazione. Si chiede oggi di interrogare direttamente su dati temi gli elettori stessi, appunto come correttivo contro gli eletti, che male ne adempiono il mandato.